
60° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi
Roma, 15 settembre 2025
È con il motu proprio Apostolica Sollicitudo che San Paolo VI istituiva il Sinodo dei Vescovi il 15 settembre 1965, all’indomani dell’apertura dell’ultima sessione del Concilio Vaticano II.
Con questa decisione il Papa intendeva rispondere alle richieste dei Padri conciliari di riconoscere al Collegio dei Vescovi, riconosciuto dall’aula come «soggetto di piena e suprema potestà su tutta la Chiesa» (cfr LG 22), di partecipare alla prerogativa petrina della sollecitudine per tutta la Chiesa. Paolo VI rispose dotando la Chiesa di una istituzione centrale che rappresentasse tutto l’episcopato, in grado di favorire l’unione e la collaborazione dei Vescovi di tutto il mondo con il Vescovo di Roma, «principio e fondamento visibile di unità» della Chiesa (cfr LG 23), e di aiutarlo con il consiglio su temi e questioni che di volta in volta Egli avesse indicato come decisivi per la vita del Popolo di Dio.
Da allora i Sinodi hanno accompagnato la vita della Chiesa fino ad oggi e ne hanno segnato in certo qual modo il cammino. Sono state celebrate 16 Assemblee Generali Ordinarie, 3 Assemblee Generali straordinarie, 11 Assemblee speciali. I Pontefici che si sono succeduti, accogliendo le proposizioni o i documenti finali formulati dalle diverse assemblee, hanno indirizzato alla Chiesa le loro esortazioni apostoliche post-sinodali, che molto hanno contribuito al rinnovamento della vita ecclesiale, nella linea del Concilio Vaticano II.
Nel corso di questi 60 anni, l'istituzione sinodale ha conosciuto un'evoluzione significativa. Ogni Pontefice ne ha arricchito la comprensione. Ultimamente, proprio per rendere il Sinodo dei Vescovi un organismo ancora più rispondente all’ecclesiologia del Concilio, e non soltanto al capitolo III di Lumen Gentium sulla costituzione gerarchica della Chiesa, Papa Francesco ha voluto trasformare il Sinodo da evento, riservato a un’assemblea di vescovi, in un processo per fasi, alle quali partecipasse tutta la Chiesa. Le diverse fasi prevedono anzitutto la consultazione del Popolo santo di Dio, in quanto partecipe della funzione profetica di Cristo e perciò soggetto del sensus fidei (LG 12). Da questo ascolto del Popolo di Dio nelle Chiese locali (cfr EC 4), si sviluppa il processo sinodale, che nella XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi si è articolato nelle tappe di discernimento delle Conferenze Episcopali, delle Assemblee continentali e della Assemblea Generale Ordinaria, celebrata a Roma in due sessioni, a ottobre 2023 e 2024.
La nuova normativa, contenuta nella costituzione apostolica Episcopalis Communio, promulgata sette anni fa, il 15 settembre 2018, prendeva ispirazione dal Discorso pronunciato da Papa Francesco in occasione del 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi. In quell’evento, organizzato dalla Segreteria Generale del Sinodo il 17 ottobre 2015, durante la XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Papa Francesco anticipava i termini della trasformazione del Sinodo da evento in processo, indicando nell’ascolto il principio di «una Chiesa costitutivamente sinodale»: «È un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare. Popolo fedele, Collegio episcopale, Vescovo di Roma: l'uno in ascolto degli altri; e tutti in ascolto dello Spirito Santo, lo «Spirito della verità» (Gv 14,17), per conoscere ciò che Egli «dice alle Chiese» (Ap 2,7)».
Il Papa sottolineava come «il Sinodo dei Vescovi è il punto di convergenza di questo dinamismo di ascolto condotto a tutti i livelli della vita della Chiesa». «In una Chiesa sinodale, il Sinodo dei Vescovi è solo la più evidente manifestazione di un dinamismo di comunione che ispira tutte le decisioni ecclesiali», sottolinea ancora il Papa, il quale spiega che «il cammino sinodale inizia ascoltando il Popolo di Dio», «prosegue ascoltando i Pastori», «culmina nell’ascolto del Vescovo di Roma». La XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi ha mostrato come sia vera l’affermazione del Papa che «il Sinodo dei Vescovi, rappresentando l’episcopato cattolico, diventa espressione della collegialità episcopale all’interno di una Chiesa tutta sinodale». Allo stesso tempo, il Sinodo stesso costituisce un laboratorio per avanzare insieme alle altre Chiese e comunità cristiane sul cammino dell’unità.
Quanto è stato vissuto in questi anni ha mostrato come il processo sinodale compone in modo armonico la sinodalità, la collegialità e il primato. Si è potuto vedere come l’esercizio della sinodalità è la via privilegiata per realizzare la comunione nella Chiesa, come sottolinea la costituzione apostolica Praedicate Evangelium: «Questa vita di comunione dona alla Chiesa il volto della sinodalità... Questa sinodalità della Chiesa la si intenderà come il “camminare insieme del Gregge di Dio sui sentieri della storia incontro a Cristo Signore”. Si tratta della missione della Chiesa, di quella comunione che è per la missione ed è essa stessa missionaria».
Si è sperimentato la bellezza e la forza di questo processo durante le prime due fasi della XVI Assemblea Generale Ordinaria, nella quale è stato ascoltato ciò che lo Spirito dice alla Chiesa imparando ad ascoltarci gli uni gli altri. È stato un cammino entusiasmante, nel quale abbiamo percorso le tappe di un discernimento ecclesiale che ha condotto alla votazione del Documento finale. Papa Francesco lo ha immediatamente approvato e consegnato alla Chiesa come parte del magistero ordinario del Sommo Pontefice.
Fare memoria del sessantesimo anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi, del decimo anniversario del discorso di Papa Francesco, del settimo anniversario della promulgazione della costituzione apostolica Episcopalis Communio è una grande gioia per la Segreteria Generale del Sinodo, chiamata a «prestare un’efficace collaborazione al Vescovo di Roma… nelle questioni di maggiore importanza, per il bene di tutta la Chiesa» (PE 33). Ma è anche un invito a compiere ogni sforzo perché la terza fase del processo sinodale costituisca un ulteriore passo in avanti nell’esperienza e nella comprensione della sinodalità.
In questa fase, fortemente voluta da Papa Francesco e approvata da Papa Leone XIV, le Chiese locali e i loro raggruppamenti a livello nazionale e continentale sono chiamate a sperimentare e verificare le proposte del Documento finale.
La Segreteria Generale del Sinodo si associa all’auspicio espresso da Papa Leone affinché “questa ricorrenza susciti un rinnovato impegno per l’unità, per la sinodalità e per la missione della Chiesa” (Angelus, 14.09.2025)
Cardinale Mario Grech