Alcune novità per l'Assemblea di Ottobre 2023

Alcune novità per l'Assemblea di Ottobre 2023

Questa mattina, il Cardinale Mario Grech, Segretario Generale della Segreteria Generale del Sinodo, e il Cardinale Jean-Claude Hollerich SJ, Arcivescovo di Lussemburgo e Relatore Generale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, hanno informato la stampa circa la decisione del Santo Padre di estendere la partecipazione all’Assemblea sinodale a “non vescovi” (presbiteri, diaconi, consacrate e consacrati, laici e laiche). Questa scelta si pone in continuità con la progressiva appropriazione della dimensione sinodale costitutiva della Chiesa e con la conseguente comprensione delle istituzioni attraverso cui essa si esercita.

Il Sinodo dei Vescovi fu istituito da Paolo VI con il motu proprio Apostolica sollicitudo (15 settembre 1965) come «un consiglio permanente di Vescovi per la Chiesa universale, soggetto direttamente ed immediatamente alla Nostra potestà», con il compito di consigliare il Successore di Pietro, partecipando in questo modo alla sollecitudine per tutta la Chiesa. Tuttavia, fin da subito Paolo VI chiarì che «questo Sinodo, come ogni istituzione umana, con il passare del tempo potrà essere maggiormente perfezionato». La necessità di operare questo perfezionamento è emersa con la progressiva recezione del Concilio Vaticano II, in particolare dalle relazioni che intercorrono tra il Popolo di Dio, il collegio dei Vescovi e il Vescovo di Roma.

Si colloca in questo alveo la costituzione apostolica Episcopalis communio (15 settembre 2018), che trasforma il Sinodo dei Vescovi da evento in processo, articolato in tre fasi successive (preparatoria, celebrativa, attuativa). L’Assemblea che ci prepariamo a celebrare a Roma nel prossimo ottobre appartiene alla fase celebrativa, in continuità con la prima fase, che si è svolta con la consultazione del Popolo di Dio nelle Chiese particolari e le successive tappe di discernimento ecclesiale nelle Conferenze Episcopali e nelle Assemblee continentali. L’Instrumentum Laboris che costituirà la base dei lavori per l’Assemblea di ottobre è il frutto di questo processo di ascolto a tutti i livelli della vita della Chiesa.

Tale processo sinodale, avviato dal Santo Padre, «principio e fondamento visibile di unità di tutta la Chiesa» (cfr LG 23), è stato possibile perché ogni Vescovo, ha aperto, accompagnato e concluso la fase della consultazione del Popolo di Dio. In questo modo il processo sinodale è stato insieme atto di tutto il Popolo di Dio e dei suoi Pastori, in quanto «principio e fondamento di unità nelle loro Chiese particolari, formate a immagine della Chiesa universale, nelle quali e a partire dalle quali esiste l’una e unica Chiesa Cattolica» (LG 23).

In questa prospettiva va compresa la decisione del Santo Padre di mantenere la specificità episcopale dell’Assemblea convocata a Roma, ma al tempo stesso di non limitarne la composizione ai soli vescovi, ammettendo un certo numero di non vescovi come Membri a pieno titolo.

Questa decisione rinforza la solidità del processo nel suo insieme, incorporando nell’Assemblea la memoria viva della fase preparatoria, attraverso la presenza di alcuni di coloro che ne sono stati protagonisti, restituendo così l’immagine di una Chiesa-Popolo di Dio, fondata sulla relazione costitutiva tra sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale, e dando visibilità alla relazione di circolarità tra la funzione di profezia del Popolo di Dio e quella di discernimento dei Pastori. Grazie a una migliore integrazione con la fase preparatoria, l’Assemblea rende concreto l’auspicio che essa possa «diventare espressione della collegialità episcopale all’interno di una Chiesa tutta sinodale» (Francesco, Discorso nel 50° del Sinodo).

È dunque nel registro della memoria che si iscrive la presenza dei non vescovi, e non in quello della rappresentanza. In questo modo la specificità episcopale dell’Assemblea sinodale non risulta intaccata, ma addirittura confermata. Lo mostra innanzi tutto il rapporto numerico tra vescovi e non vescovi, risultando questi ultimi meno del 25% del totale dei Membri dell’Assemblea. Ma soprattutto lo evidenziano le modalità di designazione dei non vescovi: essi infatti non sono eletti da un qualche demos o coetus, di cui assumerebbero la rappresentanza, ma sono nominati dal Santo Padre su proposta degli organi attraverso cui si realizza la collegialità episcopale a livello di aree continentali, radicando la loro presenza nell’esercizio del discernimento dei Pastori.

L’Assemblea avrà modo di riflettere sull’esperienza concreta che farà, in vista della formulazione di proposte sul modo di procedere in futuro.

Ne risulta che, pur continuando a far capo alla Costituzione Apostolica Episcopalis Communio, la normativa vigente presenta ora alcune modifiche e novità, relative alla composizione dell’Assemblea e la tipologia dei partecipanti. Per saperne di più, scarica la FAQ disponibile in Inglese, Francese, Italiano, Portoghese e Spagnolo.

26 aprile 2023, 16:11